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FAQ

Le domande e le risposte più frequenti nel mondo sindacale

Quali vantaggi ottengo con l'iscrizione alla CIL?
Soprattutto la tutela giuridico-legale, professionale e sindacale, non trascurando le tutele derivanti dagli accordi collettivi nazionali di lavoro e quelli previdenziali. La libertà di poter esprimere liberamente le proprie idee e i propri interessi in tutti gli ambienti di lavoro e di organizzare una rappresentanza sindacale legalmente riconosciuta al fine di aprire un dialogo con le controparti datoriali.
Cosa mi offre la CIL come iscritto?
L'assistenza sindacale e ogni altra forma di tutela prevista dalle norme statuarie dell'organizzazione.
Come posso iscrivermi alla CIL?
Sottoscrivendo la delega che trovi all'interno del sito in area modulistica.
Come posso diventare parte attiva nell'attività sindacale?
Attraverso un corso preliminare di formazione sindacale che di solito viene organizzato ad ogni livello dalla nostra struttura centrale coordinato con le segreterie territoriali della confederazione.
Come funziona la procedura di sciopero ?
Premesso: - che il diritto di sciopero è garantito dall’art. 40 della Carta Costituzionale e fino al 1990 poteva essere esercitato liberamente dai lavoratori che potevano proclamarlo, tramite le OO.SS., nel rispetto di un proprio “codice di autoregolamentazione”. - che con la legge 12.6.1990, n. 146 - “Norme sull'esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali e sulla salvaguardia dei diritti della persona costituzionalmente tutelati.” -, il diritto di sciopero viene per la prima volta regolamentato dalla legge; - che il diritto di sciopero è stato ulteriormente regolamentato dalla L. 11.4.2000, n. 83; - che se fino ad allora il diritto di sciopero poteva essere esercitato liberamente dalle OO.SS., dal 1990 tale libertà è stata vincolata a precise norme di legge e il “codice di autoregolamentazione” è diventato un vera e propria procedura regolamentata e definita prima dalle parti – OO.SS. e Datori di Lavoro – durante il rinnovo del CCNL (contratto collettivo nazionale di lavoro) e dopo approvata dalla Commissione sul diritto di sciopero appositamente istituita dalle predette leggi. Pertanto il funzionamento per proclamare uno sciopero, dal 1990, è più lungo e complesso non solo perché la procedura del “nuovo codice di autoregolamentazione” si articola in diversi modi tali da tutelare contestualmente i diritti della persona (cittadini) ma anche perché chi non la rispetta è soggetto a vere e proprie sanzioni. A titolo semplificativo i soggetti che proclamano uno sciopero devono rispettare la seguente procedura: 1) l'obbligo di comunicarlo per iscritto, nel termine di preavviso - almeno 10 giorni, 2) la durata, 3) modalità di attuazione, 4) le motivazioni, dell'astensione collettiva dal lavoro. La predetta comunicazione deve essere data sia alle amministrazioni o imprese che erogano il servizio, sia all'apposito ufficio costituito presso l'autorità competente ad adottare l'ordinanza di cui all'articolo 8, che ne cura l’immediata trasmissione alla Commissione di garanzia di cui all'articolo 12.
Vi è un limite agli scioperi?
Prima dell’entrata in vigore della legge 146/1990 il diritto di sciopero era privo di limiti, se non quelli stabiliti nei “codici di autoregolamentazione” dettati dalle OO.SS.. Dal 1990 la legge n. 146, integrata con la legge n.83 del 2000, di fatto impone dei limiti che sinteticamente si possono riassumere: • il contemperamento dei diritto di sciopero al diritto delle persone (mobilità); • il codice di autoregolamentazione (approvato dalla Commissione di garanzia); • il preavviso di almeno 10 giorni; • tutela dei servizi pubblici minimi essenziali; • le procedure di raffreddamento e conciliazione obbligatorie per entrambe le parti, da esperire prima della proclamazione dello sciopero, previste dalla legge, in cui le parti devono richiedere lo svolgimento di un tentativo di conciliazione presso la prefettura (o il Comune), o presso “la competente struttura del Ministero del lavoro”, secondo il tipo di sciopero di carattere territoriale oppure nazionale; • le prestazioni indispensabili gli “intervalli minimi da osservare tra l’effettuazione di uno sciopero e la proclamazione del successivo; • la rarefazione oggettiva degli scioperi, per evitare che un sindacato che proclama per primo lo sciopero impedisca agli altri, per tutto il periodo di intervallo, di proclamarne.
Chi può scioperare?
Ogni singolo cittadino/lavoratore che vuole esprimere le proprie idee sia negli ambienti di lavoro che nelle realtà locali e che si trova a vivere una situazione di disagio o sfruttamento nella propria realtà lavorativa. Lo sciopero è un diritto tutelato dalla nostra carta costituzionale.
Qual'è la procedura per l'indizione di una assemblea sindacale?
Se non è disciplinata dagli accordi sindacali, si seguono di norma le procedure previste dalla legge n.300/70 (statuto dei lavoratori). Di solito viene indetta dalla rappresentanza sindacale aziendale attraverso comunicazioni formali al proprio datore di lavoro e agli altri soggetti interessati.
La normativa introdotta con la legge n. 675 del 1996 (modificata con ddl 196/2003), trova applicazione anche nei confronti delle Associazioni Sindacali?
E' la norma che tutela i diritti della privacy e tutti i soggetti pubblici e privati, enti ed aziende di natura anche sindacale devono rispettare le direttive e procedure disciplinate da tale decreto legislativo. Per le organizzazioni sindacali il trattamento di tali dati viene considerato come "dato sensibile" e quindi di particolare attezione.
Come si convalido le dimissioni per giusta causa?
Attraverso la procedura prevista dai contratti collettivi o in mancanza attraverso una notifica con raccomandata a/r al proprio datore di lavoro. La giusta causa deve essere comunque motivata.
Dove posso trovare i contratti collettivi dei singoli settori di lavoro?
Presso le librerie autorizzate o collegandosi al sito del CNEL (sito) dove vengono di solito depositati tutti i contratti ed accordi nazionali.
Cosa sono i Caaf?
Sono strumenti di tutela per tutti (lavoratori, pensionati e disoccupati) sono autorizzati per lo svolgimento della loro attività dagli organi istituzionali e devono avere specifici requisiti professionali.
Quali sono i diritti in caso di malattia?
Ogni lavoratore ha diritto al mantenimento del posto di lavoro a causa della sospensione dal lavoro per malattia purché il periodo dello stato morboso sia contenuto dentro un periodo, generalmente lungo, denominato periodo di comporto la cui durata è fissata dai contratti collettivi. Oltre tale periodo il diritto alla conservazione del posto si perde e il datore di lavoro può procedere al licenziamento. Durante il periodo di malattia il lavoratore ha diritto ad assentarsi dal lavoro, producendo la relativa documentazione medica; alla retribuzione dei primi 3 giorni a carico del datore di lavoro oltre e fino al 180° giorno a carico dell’istituto previdenziale. Inoltre il periodo di malattia rientra comunque nel computo dell’anzianità di servizio.
A chi posso rivolgermi per la tutela previdenziale?
Al Caaf della nostra organizzazione che tramite i suoi uffici indirizzerà l'iscritto presso le strutture più idonee a risolvere ogni problema.
Come sono disciplinate le attività nel lavoro autonomo?
Di solito il lavoro autonomo viene considerato come impresa o libero professionista. Esistono albi specifici a cui ci si deve iscrivere e accettare i codici deontologici e di autodisciplina dell'attività professionale.
Quali elementi deve contenere un contratto a progetto?
Premesso che il contratto a progetto è stato istituito con legge Biagi – D.Lgs n.276/2003 trasformando i contratti di collaborazione continuativa co.co.co in co.co.pro. Con tale tipo di contratto chi lo firma non è soggetto alla subordinazione come dipendente ma è un collaboratore autonomo la cui attività è legata alla realizzazione di un progetto. Pertanto gli elementi che deve contenere il contratto a progetto sono i seguenti: • redatti per iscritto in conformità art. 62 del D.L.gs 276/93 • la durata del progetto, per consentire alle parti l’eventuale recesso; • il contenuto del progetto; • il corrispettivo; • i tempi e le modalità del pagamento e la disciplina dei rimborsi spese; • le modalità del coordinamento con il committente relative all’esecuzione.
I fondi pensione di categoria cosa sono?
Sono strumenti-servizi previdenziali di recente costituzione che servono ad integrare la previdenza obbligatoria e hanno un valore importante per il lavoratore che si trova oggi a vivere una ituazione difficile nel raggiungere una prestazione previdenziale che fosse rapportata al costo della vita. Vi sono molti fondi di categoria (di settore) che sono contrattualizzati a cui il lavoratore o dipendente può scegliere di aderirvi o meno. Tali fondi previdenziali sono sottoposti alla vigilanza della Covip.

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